In questo mese di gennaio ho completato un percorso di formazione e coaching di BusinessAnalysis [1] per un team di VENIS, l’azienda di servizi informatici del Comune di Venezia che serve anche tutti gli enti pubblici della provincia. E’ stata una ampia soddisfazione l’essere stato utile ai partecipanti nel migliorare il loro lavoro e, indirettamente, la loro vita. A differenza di occasioni precedenti, stavolta abbiamo lavorato nella sede cittadina di VENIS, un bellissimo palazzo storico vicino al Ponte di Rialto.
E’ stato molto interessante vivere per giorni direttamente, e indirettamente parlando con loro, la realtà di chi lavora a Venezia centro e vive a Mestre o in aree vicine (spostandomi ogni giorno dall’albergo di Mestre via treno e poi a piedi), e riflettere sulla complessità di fare coesistere un incredibile museo a cielo aperto, in cui ogni angolo presenta scorci meravigliosi, con le necessità di ogni giorno del XXI secolo. Ad esempio, di come sia stato complicato cablare la città con le fibre ottiche. Di come muoversi a piedi o con i vaporetti sia molto diverso dal muoversi in altre città. Di come avere cura degli edifici possa essere costoso. Di come sia sempre presente il rischio, nel caso specifico l’acqua alta, nelle attività umane.
E di come, in generale, dietro la prima impressione della realtà, o, se vogliamo, dietro l’aspetto esteriore, sia sempre presente la complessità. E quindi di come sia necessario per l’amministrazione oculata, di tenere conto di tanti molteplici aspetti, spesso complessi e da analizzare con competenza.
E’necessario tenere in considerazione tante cose in un paese come l’Italia. Per troppo tempo sono state presentate verità parziali senza decidere sulle questioni fondamentali. Oppure si sono prese decisioni a partire da visioni superficiali (o polarizzate da ideologie) delle cose.
E questo non è solo un problema politico, spesso manca la consapevolezza a tanti livelli, non ci si rende conto della situazione. Situazione che negli ultimi decenni è diventata sempre più veloce nella sua evoluzione e allo stesso tempo complessa. Nel 1987 fu coniato l’acronimo VUCA (dalle iniziali di volatility, uncertainty, complexity and ambiguity) [2], ossia, in italiano, Volatilità, Incertezza, Complessità ed Ambiguità, per indicare situazioni ed ambienti non controllabili a complessità molto alta e/o addirittura crescente. La situazione odierna è molto VUCA… ed alle volte viene anche approcciata in modo troppo VUCA (soprattutto incerto)…
E’ necessario un cambio di paradigma, serve imparare (o tornare) ad avere una visione olistica delle cose nel loro insieme in alcuni momenti, e mantenere invece la capacità di concentrarsi su alcuni dettagli quando necessario.
E per questo è importante imparare a creare i #modelli opportuni per prendere le decisioni. Dove un modello è una versione semplificata della realtà, di cui conserva alcune caratteristiche, magari ponendole in evidenza.

Bibliografia
[1] Giulio Destri – Business Analyst: sinergia tra IT e Business per guidare l’azienda in un mondo che cambia – https://mapsgroup.it/business-analyst/
[2] Wikipedia – VUCA – https://en.wikipedia.org/wiki/Volatility,_uncertainty,_complexity_and_ambiguity

 

Giulio Destri

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